Lucia C. Silver

Come gestire i flashback in un romanzo

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Benvenuto nella mia nuova rubrica “Consigli di scrittura – Come far felici autori e editor!

È arrivato il momento di dare qualche dritta molto pratica su come gestire la stesura e la revisione di un romanzo o di un racconto.

Sei con me? Bene! Iniziamo allora insieme questo viaggio nella scrittura e partiamo subito con un argomento abbastanza difficile: la gestione dei flashback.

Cos’è il flashback? Se ti definisci “scrittore”, allora devi conoscere la risposta a questa domanda. Nel caso non fosse così, puoi sempre rimediare ora, sei ancora in tempo!

Il flashback altro non è che l’inserimento nel testo di una scena o di un evento accaduti prima degli avvenimenti raccontati nel tempo della narrazione.

La Treccani lo definisce così:

“Nella tecnica cinematografica, procedimento narrativo consistente nell’interrompere il racconto di fatti attuali nel loro sviluppo cronologico, per inserirvi un episodio anteriore collegato più o meno intimamente con il racconto stesso: i momenti salienti dell’antefatto sono narrati attraverso una serie di flashback. Per estens., analogo procedimento adottato in opere narrative, soprattutto mediante inserti della memoria del passato nelle vicende del presente.” (Link: http://www.treccani.it/vocabolario/flashback/)

Il flashback: punto debole di tanti scrittori esordienti

Questo strumento di narrazione viene usato spesso in modo improprio e invece di arricchire il testo, lo rende pesante, confonde il lettore e infine annoia.

Cosa lo rende così problematico? Il fatto che gli autori esordienti ed emergenti spesso non sappiano come gestirlo, ma amino inserirlo ovunque nei loro manoscritti e, non contenti, ne scrivano di lunghissimi o di brevissimi (e inutilissimi).

E sai cosa succede se non si è in grado di gestire un flashback? Succede che ci si perde, che si perde l’attenzione del lettore e, di conseguenza, il lettore stesso. E questa è la cosa peggiore che possa accadere a uno scrittore.

Ecco dunque una serie di consigli molto pratici che possono aiutarti nella gestione dei flashback durante la stesura o la revisione del tuo romanzo.

Flashback: attenzione ai tempi verbali!

Se il tempo che utilizzi per la narrazione è il passato remoto, non puoi raccontare fatti accaduti prima sempre usando il passato remoto. O meglio, potresti, e più avanti ti spiegherò come, ma di base vale la regola:

Consiglio #1

Narrazione al passato remoto (es.: disse)  –>  Narrazione del flashback al trapassato prossimo  (es.: aveva detto).

Gli imperfetti possono per lo più restare invariati, perché descrivono azioni non puntuali, ma per sicurezza andrebbe analizzata la frase di volta in volta.

Esempio:

(Niente flashback) “Quel giorno prese la cartella e si avviò verso l’ufficio, sperando di incontrare la sua ragazza, ma una brutta sorpresa l’attendeva davanti alla porta.”

(Con flashback) “Stava per uscire di casa, quando ricordò che tutto ciò gli era già accaduto in passato. Due anni prima, proprio come quella mattina, aveva preso la cartella e si era avviato verso l’ufficio, sperando di incontrare la sua ragazza, ma una brutta sorpresa l’aveva atteso davanti alla porta.”

Vale la stessa cosa per la narrazione al presente, che richiede una narrazione con tempi verbali al passato (passato prossimo, trapassato prossimo, ma anche passato remoto e imperfetto, in base al contesto e agli avverbi che vengono utilizzati).

Esempio:

(Niente flashback) “Prendo la cartella e mi avvio verso l’ufficio, sperando di incontrare la mia ragazza, ma una brutta sorpresa mi attende davanti alla porta. Mia nonna è venuta a trovarmi. Dovrei esserne felice. Ma mia nonna è morta dieci anni fa!”

(Con flashback) “Prendo la cartella e mi avvio verso l’ufficio. Un attimino… Ora ricordo. Proprio due mesi  prima ho compiuto le stesse azioni: ho preso la cartella e mi sono avviato verso l’ufficio ma, aperta la porta, mi sono trovato davanti a una brutta sorpresa. Mia nonna era venuta a trovarmi e di questo avrei dovuto essere felice. Ma mia nonna era morta dieci anni prima!”

Questo “aggiustamento” dei tempi verbali reputo sia la soluzione migliore nel caso di flashback brevi, inseriti direttamente nel testo, senza elementi visivi che li distinguano dal resto.

Consiglio #2

Per flashback di tante righe o addirittura di intere pagine, sconsiglio l’uso del trapassato prossimo, perché a lungo andare è un tempo verbale che appesantisce molto la lettura e tende a rallentarla, stancando il lettore. Suggerisco, al suo posto, l’uso di uno dei prossimi consigli.

Come distinguere un flashback se non si vuole usare il trapassato prossimo

Se non vuoi utilizzare il trapassato prossimo per i flashback, hai diverse possibilità da testare.

Consiglio #3

Nel caso di flashback lunghi molte righe, consiglio uno stacco visivo. Ossia, lascia una riga libera nel documento Word e poi narra il tuo flashback, che può anche essere lungo un paio di pagine.

Consiglio #4

Nel caso, invece, il tuo flashback sia molto più lungo di un paio di pagine, hai la possibilità di scrivere il flashback in un capitolo separato.

Consiglio #5

In aggiunta allo stacco visivo e al capitolo separato, se lo desideri, puoi inserire anche la data in cui avviene l’evento antecedente alla storia narrata.

In tutti e tre i casi, puoi continuare a usare il passato remoto anche nel flashback senza creare confusione nel lettore.

Come usare il passato remoto nei flashback, anche senza aiuti visivi

C’è un’ultima possibilità da sfruttare, ma questa te la consiglio solo per flashback brevi, inseriti direttamente nel testo, senza stacchi visivi.

Consiglio #6

È possibile, nel caso di una narrazione al passato remoto, continuare a usare il passato remoto anche nel flashback, ma per farlo bisognerà prendere alcuni accorgimenti in modo che al lettore sia chiaro che sta leggendo una scena avvenuta molto tempo prima dei fatti narrati fino a quel momento. Questo lo si può ottenere usando indicazioni temporali, introducendo il pezzo con il trapassato prossimo per poi passare delicatamente al remoto. Infine tornare al tempo dalla narrazione senza confondere il lettore.

Faccio un esempio al volo:

“Liz accarezzò (tempo della narrazione) la valigia. Proprio due anni prima (introduco temporalmente il flashback), aveva preso (uso il tempo giusto, per far capire bene che sono nel flashback) lo stesso treno. Allora sapeva (uso l’imperfetto che è un tempo che va bene sia per il passato remoto della narrazione principale sia per i tempi verbali del flashback, per azioni non puntuali) benissimo che non sarebbe stato un viaggio facile. Durante il viaggio le si sedette accanto un uomo (passo al passato remoto anche nel flashback e proseguo con questo fino alla fine del flashback). Liz non aveva mai parlato con uno sconosciuto e non aveva intenzione di farlo proprio in quel momento. Guardò fuori dal finestrino e sperò che lo sconosciuto si allontanasse di nuovo.

A distanza di due anni (avviso il lettore che il flashback è terminato e sto tornando al tempo “normale” della narrazione, agli eventi presenti), le stava capitando la stessa cosa. Si era appena (rinforzo tutto con questo “appena” e in seguito anche “questa volta” e “come allora”) seduto un uomo accanto a lei. Cosa doveva fare? Guardò anche questa volta fuori dal finestrino e, come allora, sperò che lo sconosciuto si allontanasse al più presto.”

È un esempio inventato da me sul momento, sicuramente migliorabile (il flashback è un po’ troppo breve), ma volevo far vedere proprio gli step che si potrebbero seguire per continuare a usare il passato remoto anche nei flashback. Questo metodo, però, non è fra i più facili da usare e il rischio di confondere il lettore è altissimo. Bisogna essere una buona penna per adoperarlo bene.

Usare il presente nei flashback quando la narrazione è al passato

Esatto, hai capito bene! Un altro modo per distinguere il flashback è quello di usare il tempo presente per raccontare gli eventi accaduti antecedentemente ai fatti raccontati al passato remoto nel romanzo.

Consiglio #7

Usa l’indicativo presente per distinguere il flashback in un romanzo narrato al passato remoto. In questo modo il lettore viene quasi “catapultato” nella storia dei personaggi e vive in modo più diretto ciò che è successo loro.

Ancora un paio di consigli…

Consiglio #8

Non usare il corsivo per indicare un flashback. È una soluzione abbastanza brutta.

Consiglio #9

Non inserire flashback là dove non ce n’è il bisogno. Facciamo subito un esempio:

“Laura si avviò all’università. Faceva freddo e aveva indossato i guanti. Quella mattina, quando si era alzata, aveva visto fuori la neve e aveva ben pensato che sarebbe stato meglio coprirsi per bene. Arrivata davanti all’edificio, incontrò la sua amica che le disse: «Brrr… che freddo!»”

Come puoi notare il flashback qui è del tutto inutile e addirittura fastidioso. Se davvero ti preme raccontare quello che è successo solo poco prima, raccontalo in modo lineare, seguendo i tempi giusti: Laura si sveglia, vede la neve, decide di indossare i guanti e si avvia all’università.

A volte può essere piacevole un piccolo flashback del genere, lo ammetto, ma nella maggior parte dei casi  si può tranquillamente evitare, soprattutto se questa tecnica viene ripetuta un po’ troppo spesso nel romanzo.

 

Concludo questo articolo con una citazione da “Lezioni di scrittura creativa”, Gotham Writers’ Workshop, Dino Audino Editore (pag. 112):

“È consigliabile che i flashback non siano troppo lunghi, anche se possono comprendere scene e dialoghi. Ma non esagerate: se capite di avere bisogno di molte pagine di flashback, probabilmente avete iniziato la storia nel punto sbagliato.

I flashback possono anche confondere il lettore, quindi dovete essere sempre chiari quando li usate, ed è meglio ancorarli al presente della storia.

Ovviamente, come per ogni regola, ci sono le eccezioni: storie come Amatissima di Toni Morrison si muovono continuamente attraverso tempi differenti senza alcun problema. Ma in questo caso c’è bisogno di una bacchetta magica davvero potente.”

E tu? Come hai scelto di gestire i flashback nel tuo romanzo?

Quale di questi consigli preferisci? Quale adoperi più spesso? 

Aspetto le tue risposte nei commenti. Alla prossima!

 

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6 thoughts on “Come gestire i flashback in un romanzo

  1. Buongiorno. Io ho scelto un metodo (anche se sconsigliato dai maggiori siti di consigli per la scrittura), che prevede il cambio del font. Questo perché era un continuo alternarsi di flash back, dalla storia presente che era rappresentata da un’intervista, ai vari ricordi del protagonista che venivano gestiti come veri e propri f.b. con tempo al presente. Ho usato il cambio di data per i f.b. ma non al ritorno all’intervista (quindi al presente) che però diventava ovvia per il cambio di font. Tra le persone che lo hanno letto e con cui mi sono confrontato, a molti è piaciuta questa scelta ad altri no. La cosa naturalmente è soggettiva, ma di sicuro sconsigliata da un editor.
    Un cordiale saluto.
    Andrea Depanis

    1. Ciao Andrea, interessante il tuo metodo, anche se con tutta probabilità lo sconsiglierei anche io. Nel momento in cui indichi la data per i flashback e usi invece il presente per l’intervista, hai già una chiara distinzione fra i due momenti. Inoltre l’intervista ha una struttura diversa dalla normale narrazione e dovrebbe distinguersi anche per quella.
      In ogni caso ognuno è libero di sperimentare! La scrittura non è fatta solo di regole rigide che vanno rispettate. Le regole sicuramente vanno studiate, ma poi ogni autore è libero di sperimentare. Quello che conta è il risultato 🙂
      A presto,
      Lucia

  2. Buongiorno,
    avrei una domanda. È fattibile in un romanzo scritto al tempo presente utilizzare i flashback anch’essi al tempo presente indicando prima, o facendo riferimento nel corso dello snodo, che si tratta di eventi antecedenti?
    Grazie.
    Giorgia

    1. Ciao Giorgia, sì è possibile scrivere tutto al presente, se i flashback però sono ben definiti. Deve essere subito chiaro che si tratta di un flashback, quindi serve qualcosa che li introduca (come dicevi tu, magari una data o anche un riferimento particolare, per esempio a un fatto storico o a qualcosa di accaduto anni prima ai personaggi).
      Buona scrittura!
      Lucia

  3. Grazie interessantissimi i tuoi suggerimenti!
    Ma io ho un problema:
    sono alla fine di un racconto ed ho necessità di flashback che devono chiudere la storia.
    Questi F.B. sono raccontati al protagonista da una persona sopravvissuta che racconta un fatto avvenuto; fatto che riguarda solo dei personaggi deceduti!
    Sinceramente mi ci sto impiccando cosa puoi suggerirmi?
    Grazie

    1. Ciao Enrico, vedo solo ora il tuo commento, scusa se ti rispondo un po’ in ritardo.
      Se la persona racconta direttamente, non sono flashback ma è appunto un dialogo e i fatti vengono raccontati. Se invece vuoi evitare di raccontare tutto nel dialogo, puoi fare così:
      1. Inizio racconto nel dialogo
      2. Stacco visivo (per esempio una riga libera)
      3. Flashback (secondo una delle soluzioni indicate nell’articolo)
      4. Stacco visivo
      5. Ritorno al dialogo che conclude il racconto.
      Potrebbe essere una soluzione per te?

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