Questo post comprende tutti gli articoli dedicati alla punteggiatura nei dialoghi che ho scritto anni fa sul mio blog Sil-ently aloud, con l’aggiunta di alcuni aggiornamenti.
In questo nuovo articolo della rubrica “Consigli di scrittura – Come far felici autori e editor” scoprirai tutto ciò che devi sapere su come si presenta un dialogo all’interno di un romanzo o di un racconto.
Come si introduce una battuta di dialogo?
Quali segni tipografici si usano?
Cosa sono i trattini e qual è il trattino giusto da usare nei dialoghi?
Dove si trovano le virgolette caporali? Come si fa a inserirle nel testo?
E la punteggiatura? Come va gestita la punteggiatura nei dialoghi?
Leggi fino alla fine e troverai tutte le risposte che cerchi.
Come si introduce una battuta di dialogo?
Un dialogo può essere introdotto dai seguenti segni:
• il trattino
• le virgolette caporali
• le virgolette alte.
Quale di questi utilizzare sta a te deciderlo, nel caso tu abbia intenzione di autopubblicare il tuo libro. Se invece desideri affidarlo a una casa editrice, ti consiglio vivamente di leggere le norme editoriali dell’editore prima di inviargli il manoscritto. Dimostra di essere davvero interessato a pubblicare con loro e di conoscere già i loro testi.
Non parlerò delle virgolette alte come segno di dialogo, perché sono molto semplici da trovare sulla tastiera e non presentano problemi di alcun tipo, bisogna solo avere l’accortezza di non utilizzarle nello stesso romanzo per indicare altro, per esempio i pensieri (che di solito sono, infatti, segnalati con il corsivo).
Approfondiamo invece gli altri due segni. Partiamo dal trattino.
Il trattino: quale usare per i dialoghi? Come inserire i trattini nel testo?
Esistono tre tipi di trattino:
• breve –
• medio (detto anche lineetta) –
• lungo —
Il trattino breve serve per unire due parole o per dividere le sillabe, la lineetta (o trattino medio) indica gli incisi o i dialoghi, il trattino lungo solo i dialoghi.
Come vedi sono molto simili fra loro, ma hanno funzioni diverse. Saperli gestire è qualcosa che un autore dovrebbe essere in grado di fare. C’è molta confusione fra gli esordienti (ma anche fra chi ha già pubblicato) e questo articolo serve proprio a portare chiarezza una volta per tutte.
L’errore più ricorrente è usare i trattini brevi per i dialoghi o per gli incisi. Molti, ingenuamente, tendono a commetterlo per il semplice fatto che non hanno idea di come digitare gli altri due. Infatti, per inserire nel testo i trattini medi e lunghi, bisogna conoscere dei codici. Si può semplificare il processo creando una combinazione di tasti rapida, come ti mostrerò fra poco.
Ma andiamo con calma. Analizziamo innanzitutto i vari tipi di trattino e il loro uso.
Il trattino breve
Il trattino breve unisce due parole straniere in italiano (“baby-sitter”) o due parole italiane (“l’asse Roma-Berlino”). In più si usa per separare le sillabe quando si va a capo. Semplice, vero?
Ed è anche molto semplice scriverlo: basta premere il tasto “-” sulla tastiera, in basso a destra.
Quando si uniscono due parole con un trattino breve, non si lasciano spazi liberi.
Es.: baby-sitter
Il trattino medio o lineetta
Il trattino medio viene utilizzato sia per i dialoghi sia per gli incisi. Ed è proprio questo suo duplice uso a creare problemi.
Se scegli il trattino medio per introdurre i dialoghi, ricorda di evitare di inserirlo per gli incisi (spesso basta sostituirlo con semplici virgole). Il rischio, infatti, è di creare confusione e senso di fastidio durante la lettura. E non vuoi di certo che succeda.
Il trattino medio si scrive digitando un codice che cambia da sistema operativo a sistema operativo:
• Windows: Alt+0150 (usa il tastierino numerico!)
• Linux è molto semplice: AltGr+- oppure, ancora più semplice, premi due volte il trattino breve e poi premi spazio
• Mac: Alt+-
Quando usi il trattino medio per un inciso, ricordati di lasciare uno spazio prima e dopo.
Es.: Con grande entusiasmo – sebbene all’inizio non fosse così convinto che avrebbe funzionato – lo scienziato si mise al lavoro.
Su Word, il trattino breve si trasforma automaticamente in trattino medio quando viene riconosciuto un inciso. Affinché accada, bisogna lasciare i giusti spazi (parola prima dell’inciso, spazio, trattino, spazio, parola o frase all’interno dell’inciso, spazio, trattino, spazio, parola all’esterno dell’inciso, spazio).
Il trattino lungo
I trattini lunghi vengono utilizzati esclusivamente per i dialoghi.
Si inseriscono nel testo così:
• Windows: Alt+0151
• Linux: Ctrl+Shift+u, poi digita 2014 e infine invio
• Mac: Alt+Shift+-
Uso dei trattini nei dialoghi
Come si usano i trattini nei dialoghi?
A differenza delle virgolette (come vedremo fra poco), a inizio dialogo, dopo il trattino, bisogna lasciare uno spazio prima di scrivere la battuta.
Se dopo la battuta si va a capo (battuta semplice), non si mette un trattino di chiusura:
— Dove stai andando?
— A comprare il pane.
Se dopo la battuta, invece, scrivi ancora una frase (battuta semplice retta esternamente), allora il trattino di chiusura va inserito, lasciando i giusti spazi, come nell’esempio:
— Dove stai andando? — chiese Luigi.
Se ti trovi davanti a una battuta composta, i trattini vanno gestiti in questo modo:
— Dove stai andando? — chiese Luigi — È tardi, non puoi uscire!
Queste sono le regole principali.
Le virgolette caporali
Cosa sono le virgolette caporali?
Le virgolette caporali (dette anche semplicemente le caporali o i caporali) sono queste:
« »
e non sono mai queste: << o >>. Mi raccomando, non usare mai i segni di maggiore e minore per i dialoghi!
Come si usano le caporali nei dialoghi?
La prima regola che devi conoscere è che dopo le caporali di apertura e prima di quelle di chiusura non si lasciano mai spazi vuoti.
«Dove stai andando?»
«A comprare il pane.»
Se dopo la battuta, però, aggiungi ancora una frase (battuta semplice retta esternamente), allora devi lasciare uno spazio dopo le caporali di chiusura.
«Dove stai andando?» chiese Luigi.
Quando la battuta è composta, funziona così:
«È tardi,» disse Luigi «non puoi uscire!»
La domanda più frequente, quando si parla di dialoghi, è:
punteggiatura dentro o fuori?
La risposta è che dipende dalle norme editoriali adottate dalla casa editrice. Nel selfpublishing, invece, va fatta una scelta e mantenuta in ogni pubblicazione.
Come si digitano le virgolette caporali?
Se hai Linux come sistema operativo, avrai la vita facile! Infatti basta premere AltGr+x per digitare le caporali aperte, e AltGr+y per chiuderle.
Già con Windows la faccenda si complica. Per le virgolette caporali aperte bisogna premere Alt+0171. Per quelle chiuse Alt+0187. Esistono anche le combinazioni: Alt+174 e Alt+175, più facili da ricordare, ma sempre troppo lunghe.
Da Mac, per quelle aperte bisogna digitare Alt+1 e per le chiuse Alt+Shift+1.
Ricapitolando, le virgolette caporali si inseriscono nel testo così:
• Windows: Alt+0171 e Alt+0187 oppure Alt+174 e Alt+175
• Linux: AltGr+x e AltGr+y
• Mac: Alt+1 e Alt+Shift+1
Ancora qualche appunto sui dialoghi
Dopo la battuta di dialogo, i verba dicendi (dire, sussurrare, gridare, proporre, supporre, mormorare, chiedere, rispondere, ecc.) si scrivono in minuscolo. Il resto in maiuscolo.
No: «Ciao» Disse.
Sì: «Ciao» disse.
No: «Ciao» aprì la porta e lo fece entrare.
Sì: «Ciao.» Aprì la porta e lo fece entrare. (nota che va aggiunto il punto)
No: «Ciao!» Disse.
Sì: «Ciao!» disse.
No: «Ciao!» aprì la porta.
Sì: «Ciao!» Aprì la porta.
Come impostare la scelta rapida su Word
Come promesso, ecco un trucco per inserire più facilmente trattini e virgolette caporali nei testi, senza dover digitare lunghi codici. Ti basterà impostare una combinazione di tasti rapida e semplificata. Ti ricordo che puoi usare questo “trucco” anche per la È (e maiuscola con l’accento).
Ti mostro subito come fare, sia su Word sia su Libre Office (ma sai che consiglio sempre di utilizzare Word per scrivere, vero?)
Per le virgolette caporali, ho creato per me una combinazione con gli stessi segni di Linux (ossia usando y e x), perché mi trovo molto bene così, ma tu puoi usare anche altri tasti, per esempio quelli di maggiore e minore, in questo modo sarai sicuro di non fare confusione. Stai solo attento a non sovrascrivere combinazioni già esistenti, altrimenti sostituirai la funzione nuova a quella preimpostata.
Microsoft Word
Segui passo per passo le indicazioni, non puoi sbagliare.
1. Apri Word.
2. Clicca su “Inserisci”, poi su “Simbolo”. Quindi “Altri simboli”, si apre una finestra. Resta nella prima scheda.
3. Clicca su “«” nella tabella “Supplemento latino 1” e poi su “Tasti di scelta rapida”. Si aprirà un’altra finestra. Sulla destra puoi vedere la combinazione attuale (“Combinazioni correnti”). Cliccaci sopra così che venga evidenziata e poi in basso su “Rimuovi”.
4. Vai quindi su “Nuova combinazione” e clicca nello spazio vuoto, in modo che il cursore segni che stai scrivendo là dentro.
5. Digita la combinazione di tasti che desideri abbinare. Per esempio Alt+<. Per farlo devi proprio premere Alt e nello stesso tempo <. Ti apparirà la combinazione in automatico.
6. Clicca in basso su “Assegna”. E poi chiudi la finestra. Tutto fatto!
Sembra complicato ma non lo è, te lo garantisco. Fai la stessa cosa per “»”, inserendo per esempio la nuova combinazione Alt+>.
Libre Office
Passiamo a Libre Office. Le cose qui si sono un pochino diverse. In questo caso dobbiamo crearci una combinazione utilizzando la tabella di “Correzione automatica”.
Ecco i passi da seguire:
1. Apri Libre Office.
2 Clicca su “Strumenti”, poi su “Correzione automatica” e quindi su “Opzioni di correzione automatica”. Si aprirà una finestra.
3. Resta nella scheda “Sostituisci”. Come vedi ci sono due barre, una con sopra scritto “Sostituisci” e l’altra con sopra scritto “con:”. Bene, entra con il cursore nella prima barra e cancella quello che c’è dentro. Ora clicca due volte il segno di minore (ossia <<).
4. Passa alla seconda barra e inserisci i caporali aperti, digitando sulla tastiera Alt+174.
5. Conferma l’opzione di correzione automatica, cliccando a destra su “Sostituisci”.
6. Fai la stessa cosa per i caporali chiusi, solo che invece del segno minore, metti due volte quello del maggiore (ossia >>). Clicca per confermare di nuovo su “Sostituisci”.
7. Ora clicca in basso su “Ok”.
E il gioco è fatto anche per Libre Office! Ricorda che, trattandosi qui di una correzione automatica, vedrai apparire i caporali solo dopo aver premuto due volte i tasti del maggiore o del minore e una volta quello dello spazio. Per scrivere il dialogo, quindi, dovrai poi eliminare quello spazio in più.
Bene, direi che è tutto. Ora sai come scrivere un dialogo, almeno per ciò che riguarda la forma. Al contenuto ci dedicheremo forse un’altra volta.
Hai domande? Lasciami un commento!
Sante parole!
Articolo completo e chiaro, spero che gli scrittori seguiranno le tue indicazioni.
Ciao Emanuela, grazie mille!
E, per i suoni onomatopeici, come ci si regola nella punteggiatura (uso di virgolette, caporali, due punti, corsivo, ecc ).
Esempio:
“Toc, toc” (il rumore di un bussare alla porta).
Ciao Giovanni! Per le onomatopee puoi usare il corsivo oppure lasciarle in tondo, l’importante è che una volta scelto uno dei due modi tu ti attenga a quello per tutto il romanzo.
Salve!
Mi ritrovo a rivedere il mio manoscritto secondo un Vademecum inviatomi dalla Casa Editrice su come comportarsi correttamente con l’inserimento di punti, virgole, virgolette e quant’altro sia utile a scrivere un libro.
Le uniche a cui non mi sono attenuto sono le virgolette caporali, poiché ho usato un trattino iniziale con formattazione indentata di 3 caratteri, come nell’esempio seguente.
**********
La Centrale precisò il piano, il 4°, ma non l’interno. Fu necessario accendere la luce delle scale.
– Accidenti, non c’è l’ascensore! Hai visto? – esordii con un po’ di
stizza.
– L’ho visto, l’ho visto… – mi fece eco Carletto – ci tocca salire a
piedi… e vabbè, pazienza!
Diedi quindi una prudente sbirciatina dalla tromba delle scale per accertarmi che non vi fosse nessuno.
– Via libera, capo…
*******************
Non riesco proprio ad accettare le virgolette caporali.
Pensi sia innovativo e quindi attuabile questa mia forma (chiedendone l’adozione alla C.E.) oppure debbo rassegnarmi a modificare i tantissimi dialoghi distribuiti in oltre 200 pagine del mio manoscritto?
Grazie anticipatamente per il tuo parere.
Ciao Francesco, purtroppo se la casa editrice utilizza le virgolette caporali per i dialoghi in tutti i suoi libri, la vedo dura convincerla a lasciarti usare i trattini. Mi dispiace, mi sa che ti tocca modificarli tutti…
Non mi resta che augurarti buon lavoro!
Se il dialogo inserito nelle caporali, a chiusura di queste presenta esternamente un inciso col punto, il nuovo dialogo consecutivo, ovviamente, è ugualmente inserito nelle nuove caporali.
Mi chiedo: il nuovo dialogo, pur appartenendo al medesimo personaggio, deve essere una frase coordinata (di senso compiuto)?
Cioè, non deve essere la continuazione di un dialogo precedentemente lasciato sospeso (interrotto).
Forse, sbagliato?
Ciao Giovanni, non sono sicura di aver capito bene. Ti faccio qualche esempio, spero ti sia utile.
«Ho comprato l’acqua» disse Carlo, chiudendo la porta. «Il pane era finito.» (è sempre Carlo a parlare, sono due frasi separate)
E:
«Ho comprato l’acqua» disse Carlo posando le buste della spesa sul tavolo «ma il pane era finito.» (sempre Carlo, ma qui continua la frase lasciata in sospeso nella prima battuta di dialogo)
Ma anche:
«Sono tornato, ci…» disse prima di notare Cristina «sei?» Carlo si portò una mano alla bocca per la sorpresa. (bruttina qui, ma fattibile. Sempre Carlo, frase “spezzata” per via della sorpresa e poi terminata dopo lo stacco)
Se intendevi altro, fammi sapere!
Chiarissimo: il problema di è risolto col tuo secondo esempio.
Un carissimo saluto e,
alla prossima.
Mi correggo: era il tuo primo esempio quello che mi interessava.
Chiedo scusa.
Grazie di tutto.
Perfetto, mi fa piacere!
A volte nello scrivere dei dialoghi mi è capitato il verbum dicendi seguito da un inciso, e subito dopo l’ovvio mettere i due punti e aprire le caporali per inserire il dialogo, ma, sinceramente, non so come regolarmi, perché viene a determinarsi una doppia, punteggiatura.
Faccio un esempio, anche se non del tutto calzante:
Antonio rispose, col suo solito sproloquio, :”Ma, forse sei scemo?,,”.
(poiché sto scrivendo al cellulare, invece delle caporali ho usato le doppie virgolette alte, alle quali, sinceramente, non ricorro mai per i dialoghi).
Allora, come conciliare la virgola e immediatamente i due punti?
Insomma, come regolarmi?
Grazie.
Ciao Giovanni, la soluzione è molto semplice, in realtà.
Antonio rispose col suo solito sproloquio: «Ma sei scemo?»
Tante volte possiamo fare a meno delle virgole. Se l’inciso è più lungo o difficile da inserire senza virgole, allora va rivista l’intera frase. O si sposta più avanti o si riscrive il pezzo per evitarlo. Si potrebbe anche pensare di inserirlo dopo la battuta di dialogo con una nuova frase. Oppure spostare il dialogo avanti, ossia:
«Ma sei scemo?» rispose Antonio col suo solito sproloquio.
Buon lavoro!
Sì, certamente: non dovrò farmi prendere dalla foga di ritenere l’intero periodo definitivamente formulato.
Farò tesoro del tuo osservato.
Ancora un infinito grazie e un caro saluto.